Fino ad un decennio fa il mercato era principalmente popolato di esemplari adulti, ovviamente WC, più facili da vendere grazie soprattutto alle notevoli dimensioni che premiavano l’aspetto “spettacolare” e alla maggior resistenza in cattività. Oggi invece il mercato presenta indifferentemente esemplari WC, CB o CR. Quali scegliere dunque? E – soprattutto- perché? In un mondo di appassionati sempre più esperti e attenti -e non solo per ciò che riguarda le tarantole- sta maturando la consapevolezza dei rischi legati all’eccessivo sfruttamento delle popolazioni naturali. E’ allora chiaro come una giusta scelta (la domanda che “indirizza” il mercato) unita ad un serio programma di riproduzioni in cattività (l’offerta) diventeranno aspetti decisivi per garantire la sopravvivenza delle specie in natura. Il mercato internazionale, e di riflesso quello italiano, sembrano muovere passi importanti in questa direzione e sempre più specie sono riprodotte senza sottrarre esemplari dal paese di origine. Purtroppo ciò non ha comportato la cessazione delle catture in natura. Anzi, per alcune specie, essa risulta essere ancora la principale e più economica pratica per rifornire i negozi. Questa scellerata politica di approvvigionamento unita ad una sconsiderata pretesa di avere esemplari sempre più rari e sconosciuti, sono gli ingredienti di un cocktail che avrà impatti devastanti. Lo scarso ritmo riproduttivo (per lo meno in rapporto ad altri invertebrati) renderà inevitabilmente molte specie di Terafosidi a rischio di estinzione. Infatti alla rimarcabile longevità delle femmine non si accompagna un rapido ciclo riproduttivo e dispersivo della popolazione. Sappiamo inoltre che i Terafosidi non sono in grado di coprire distanze notevoli, migrando da un ambiente ad un altro. Non mi risulta che siano stati mai fatti studi sulla percentuale media di sopravvivenza fino all’età riproduttiva di una cucciolata in natura, ma si può ritenere -con buona approssimazione- che essa si attesti al di sotto del 5% dei piccoli. Questo da la misura di cosa potrebbe succedere in un determinato sito naturale se, come conseguenza delle catture indiscriminate, vengano decimati gli esemplari adulti e/o subadulti. Il crollo della popolazione sarà inevitabilmente esponenziale. Ma non sono solo le catture indiscriminate di grossi quantitativi di esemplari a danneggiare l’ambiente naturale. Anche le cosiddette “catture mirate” di numeri limitati possono essere dannosissime per una popolazione naturale di aracnidi. La tendenza sembra infatti quella di cacciare femmine adulte subito dopo la stagione degli accoppiamenti in modo da massimizzare la probabilità di acquisire esemplari gravidi (da cui nasceranno individui CR). Questa pratica è doppiamente dannosa e scriteriata perché non solo eliminerà da un determinato sito esemplari adulti in età riproduttiva, ma anche la futura progenie andando a instaurare un circolo vizioso che porterà ad un repentino crollo del numero degli esemplari in natura. Difficilmente un sito depauperato in tale misura verrà ripopolato naturalmente perché i movimenti “migratori” dei Terafosidi sono praticamente nulli e la capacità stessa rigenerativa di una popolazione è piuttosto bassa. In alcuni casi però la cattura dal vivo di esemplari
selvaggi può essere "accettabile". Ad esempio piccoli
quantitativi di individui adulti e subadulti possono essere molto utili
per favorire ulteriori riproduzioni in cattività. Tramite nuove
linee di “sangue” la specie in questione – in genere
si tratta di esemplari nuovi sul mercato- sarà più stabile
e forte, quindi numerosa e svincolata dalla necessità di ulteriori
catture. Fortunatamente oggi, molte specie apprezzate dall’appassionato
possono ormai essere ampiamente riprodotte in cattività, senza
intaccare le popolazioni naturali. A questo risultato si è arrivati
anche grazie a leggi internazionali come il famoso C.I.T.E.S. che ha regolamentato
(o bloccato) il commercio di specie minacciate (nel caso delle tarantole
le specie Brachypelma). Alla luce del pericolo oggettivo di nuocere alla maggior
parte delle specie di Terafosidi chiunque si dichiari appassionato di
aracnidi, dal neofita fino al consumato aracnologo, deve sempre
preferire esemplari nati in cattività (CB). Quindi, salvo
dunque casi particolarissimi come la citata necessità di mescolare
linee di sangue, tra un ragno WC ed uno CB bisogna sempre propendere per
il secondo. Stefano Capannini |
All right reserved
© Copyright 1998-2002 Aracnofilia - Centro Studi sugli Aracnidi
|