Le tarantole sono molto simili, purchè le dimensioni siamo maggiori, ai piccoli ragni che abitano le nostre case e i nostri giardini.

Il cefalotorace (o prosoma) [A] è la parte anteriore del corpo della tarantola: la sua superficie dorsale viene chiamata carapace; al suo centro si può notare la fossa foveale, ovvero il punto in cui lo stomaco della tarantola si ancora all'esoscheletro. Nella parte frontale, raggruppati in una piccola escrescenza e disposti in due file trasverse, troviamo gli otto occhi, molto semplici (la tarantola è infatti quasi cieca). Dalla parte anteriore del cefalotorace partono due appendici dette pedipalpi [D], una sorta di "zampe minori" con funzioni tattili e sessuali. Tra i due pedipalpi troviamo i cheliceri [C], due appendici atte a immobilizzare la preda, spostare oggetti e, all'occorrenza, scavare. Al loro estremo si trovano gli aculei veleniferi [U]. Caratteristica perculiare della tarantola è il fatto che i cheliceri si muovano dall'alto al basso quando, negli altri araneidi, il movimento è a pinza, perpendicolarmente all'asse del ragno.
Dai lati del cefalotorace dipartono le quattro paia di zampe, ognuna composta da sette segmenti: distinguiamo così coxa [E], trochanter [F], femore [G], patella [H], tibia [I] con sperone tibiale (nei maschi di molte specie), metatarso [L] e tarso [M]. Il loro movimento è assicurato da variazioni di pressione dell'emolinfa (una sorta di "sangue" per i ragni) all'interno di esse: la tarantola infatti per muoversi non usa un sistema muscolare bensì quello circolatorio. La parte ventrale del cefalotorace è detta sternum [R] e si collega al carapace e alle coxa, tramite un diaframma morbido chiamato pleura che permette reciproci movimenti. Sopra lo sternum troviamo il labium, che protegge la bocca della tarantola, circondata dalle due maxille [T]. Labium e maxillae presentato moltissime piccole proiezioni sclerotizzate, dette cuspule, che hanno la funzione di bloccare la preda, come piccolissimi denti.
L'addome (o ophistosoma) [B] è la parte posteriore del ragno; a differenza del cefalotorace esso è espandibile e ricoperto di una sottile peluria che spesso è urticante e costituisce un valido sistema di difesa per molte specie di tarantole. Nell'area ventrale dell'addome troviamo il solco epigastrico [O], sede anche degli apparati sessuali, l'ano, le parti esterne di polmoni a libro dette opercoli branchiali [G], l'ano e, come appendici posteriori estreme, le filiere (o spinners) [H], organi molto versatili che servono a manipolare la seta prodotta dalla tarantola.

 

SCHEMA A - vista dorsale


SCHEMA B - vista ventrale
 

Come la maggior parte dei ragni anche le tarantole hanno digestione esterna: il loro ciclo digestivo inizia fuori dal proprio corpo; la vittima viene aggredita e immobilizzata dalla migale che la trae e stringe a se per mezzo dei cheliceri; quindi inocula il veleno che funge da succo gastrico: l'azione di quest'ultimo scioglie letteralmente il malcapitato che viene letteralmente risucchiato dal ragno che alla fine si libera dei resti non digeribili (esoscheletri, ossa, pelle, ecc.).
Il sistema respiratorio delle tarantole è considerato dai biologi quasi primitivo. Esse respirano usando due paia di polmoni a libro (così detti perchè le parti interne - costituite da migliaia di lamelle - che permetteno l'assorbimento dell'ossigeno, assomigliano alle pagine di un libro). Questi quattro organi si trovano nella parte anteriore sotto l'addome e sono un sistema passivo: in pratica la tarantola non ha respirazione, come la intendiamo noi, ovvero non possiede un sistema per incanalare aria dall'esterno all'interno del corpo. Purtroppo questo tipo di sistema respiratorio ha due grossi difetti: necessita di un ambiente molto umido perche le lamelle non secchino, e tende a disidratare il ragno durante la respirazione.
Considerato che, come tutti i ragni, la "potenza" motoria della tarantola dipende principalmente da variazioni di pressione dell'emolinfa e che i tanti muscoli hanno più che altro funzione direzionale (la pompa generale è il sistema cardiaco, e i muscoli hanno il solo compito di "indirizzare" e "gestire" tale potenza, richiamando a se la zampa o frenando la sua estensione ) è chiaro come ad una repentina perdita di liquidi, corrisponda la diminuzione della pressione dell'emolinfa e quindi della capacità motoria. Un ragno disidratato generalmente non ha più la forza di muoversi per cercare l'acqua ed è destinato a morte certa. Questo è uno dei motivi per cui la vicinanza di fonti d'acqua è essenziale per la vita di questi animali.

Anche le tarantole producono seta (anche se non fanno le ragnatele come le intendiamo noi in Italia). Gli organi destinati a questa funzione si trovano nell'addome e sono composti da un certo numero di ghiandole e dalle filiere. Le ghiandole producono un liquido che a contatto con l'aria indurisce sotto foma di filamento; ognuna di esse produce un tipo di filamento particolare adatto ad uno specifico scopo. Le filiere manipolano poi la seta prodotta.

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